Ogni animatore deve essere esperto nel settore di sua competenza. Questo sta a significare che oltre a possedere una cultura generale in termini di animazione, un professionista deve essere competente nel settore riguardante l’espletamento del suo ruolo professionale. In altre parole a nostro avviso, un animatore di comunità, deve avere competenza e una specializzazione nell’area formativa di animazione sociale.
Quando invece si parla di esperto del settore si intenderà indicare ad esempio, un animatore turistico specializzato nell’animazione young club, oppure un animatore per disabili pratico nell’attività di animazione indirizzata a coloro che presentano degli handicap .
Colui che applica e fonde correttamente la teoria con la pratica, svolgendo la professione nella maniera migliore, è quindi definito esperto.
Risulta estremamente utile stabilire che un competente nell’ambito dell’animazione deve conoscere, essere in grado e possedere, tutte le nozioni sul piano scientifico e tecnico pratico al fine di saper gestire al meglio le proprie energie psicofisiche, in vista del raggiungimento dei fini lavorativi . L’animatore competente ed esperto è colui che ricopre il suo delicato ruolo, adoperando intelligentemente le sue capacità, le esperienze e le competenze acquisite, raggiungendo gli obiettivi prefissati e superando le ambizioni a carattere personale; questo anche perché il suo lavoro è finalizzato ad un impegno sociale.
Un professionista dell’animazione è in grado di interpretare il suo lavoro, intendendolo non come ripetitivo bensì come creativo. La sua personalità e autonomia dovuta all’esperienza, alla competenza, stimola la capacità produttiva consentendogli di "scoprire", realizzare spontaneamente, innovative soluzioni essendo perfettamente in grado di coltivare attivamente la propria creatività in favore dell’utenza.
Onde gestire i suoi interventi professionali l'animatore deve conoscere : il suo compito, il suo livello professionale, la sua area di competenza. Solo attraverso queste conoscenze potrà successivamente divenire, un animatore esperto e competente.
Occorre ora analizzare le succitate terminologie, avremo quindi :
A ) Compito :
Con tale termine intendiamo definire l’insieme delle operazioni animative, svolte all’interno dell’attività lavorativa che determinano il conseguimento di risultati positivi in termini di lavoro.
B ) Livello professionale :
Occorre dire che il compito svolto dagli animatori all’interno del percorso lavorativo, si classifica in tre livelli professionali:
livello operativo - livello tecnico specialistico - livello gestionale.
Dovendo fare una ulteriore classificazione diremo quanto segue:
- Livello operativo : si tratta di acquisire, da parte dell'animatore, una serie di risorse di tipo tecnico pratico, in altri termini significa, l'essere a conoscenza delle principali procedure che gli consentano l'esecuzione di diverse attività animative per le quali è sufficiente un bagaglio medio di conoscenze e di tecniche. Tutto questo perché si tratta di svolgere a livello di impiego di energie mentali e fisiche, dei ruoli che non richiedono particolare impegno. Un esempio può essere: gestire un torneo di freccette, di bocce, di carte e così via.
- Livello tecnico-specialistico : si tratta di uno stadio più avanzato in quanto, oltre che a possedere un notevole bagaglio professionale operativo, bisogna specializzarsi per poter risolvere con efficacia i problemi reali, di qualsiasi natura essi siano e che di volta in volta si possono verificare durante il percorso lavorativo. Un esempio può essere l'animazione nel tessuto sociale dove a seconda dell'utenza (bambini, terza età, disabili, disadattati) occorre saper gestire le relazioni adoperando volta per volta le diverse tecniche di comunicazione, gli elementi di psicologia, che risulteranno i più efficaci. Altro esempio ci è dato dalla didattica sportiva dove, occorre una competenza tecnica elevata.
-- Livello gestionale : si tratta dell'ultimo stadio del percorso lavorativo, è rivolto ai futuri capo animatori o ai responsabili di settore. Occorre in questo caso, oltre che possedere le caratteristiche dei due livelli precedentemente citati, essere capaci di gestire l’équipe di lavoro, saper organizzare, dirigere, coordinare, le attività del gruppo di animazione.
C ) Area di competenza :
con tale termine si intende definire la capacità dell'animatore di svolgere uno o più compiti. Questa caratteristica la definiamo polivalenza. Il problema della competenza, rivolgendosi quindi alla preparazione tecnico-pratica dell'animatore, risulta essere serio e complesso. Sarà ovvio supporre che chiunque, come nel caso dell'animatore deve trasmettere agli altri una serie di comunicazioni, nozioni, a carattere prevalentemente socio ricreativo ed educativo è considerato automaticamente dalla maggioranza degli utenti, un "professionista competente".
Questo perché generalmente si parte dal presupposto, non sempre veritiero, che chi ricopre il ruolo di animatore deve per forza di cose saper svolgere al meglio questa professione. Occorre però sottolineare che è pur vero, ad esempio, che non basta il conoscere una disciplina sportiva se poi non si è in grado di trasmettere efficacemente agli altri ciò che si sa fare.
Queste motivazioni, presuppongono che l'animatore si orienti verso una preparazione che gli consenta di adoperare tutti gli strumenti teorici e tecnico - pratici, che gli permettano un raggiungimento di una completa preparazione di base, nell'ambito culturale (teoria) e soprattutto mediante la corretta attuazione pratica (esercitazioni, simulazioni e stage). E’ necessario che l’animatore, anche il più esperto, si sottoponga ad un periodo di tirocinio, di aggiornamento, di addestramento, sia da un punto di vista puramente teorico che sotto il profilo pratico.
Questo è l’unico modo che permette di acquisire, maturare esperienza e quindi competenza. In altre parole, ciò che si è appena detto ci riporta al concetto della “nozione” da imparare e della “tecnica” applicata. Da ciò ne consegue che la competenza dell’animatore non si determina sul solo piano soggettivo - sentimentale (amore e comprensione per il prossimo) ma anche sul piano oggettivo - tecnico (ovvero studio e ricerca sperimentale per giungere alla cognizione consapevole dei vari e nuovi metodi e delle varie e nuove tecniche di animazione). Non si pretende che l’animatore esperto assuma il ruolo di una “guida autorizzata” ma in qualità di esperto diviene guida e da ciò gli deriva una responsabilità che è in misura diretta alla libertà di cui dispone per la programmazione dei suoi piani di lavoro. Si tratta di avere una personalità tale da costituire per gli utenti, un vivace e sempre nuovo stimolo ai rapporti sociali. L’animatore, secondo tale indicazione diviene un operatore in servizio della società e la stessa società, appunto nell’aspetto della famiglia prima e dello Stato dopo, gli affida i fanciulli, gli anziani, i disadattati, i portatori di handicap e tutti coloro che hanno bisogno di intrattenimento, assistenza, recupero sul piano fisico e psicologico. Questo vuole significare che soprattutto grazie alle capacità professionali dell’animatore, si determinano concretamente le possibilità di sviluppo delle singole attitudini, sia nei rapporti con le cose che nei confronti degli altri, per cui è anche attraverso l’animazione che gli utenti entrano nella socialità come ordine, disciplina, responsabilità, coscienza della libertà e come osservanza di diritti e di doveri. Il servizio sociale che la società richiede all’animatore però non è un servizio di pubblica utilità come può essere quello esercitato dalle poste, dalle ferrovie ecc. ma si lo può definire come un servizio di utilità morale e cioè il raggiungimento di quella formazione morale che contribuisce a formare le singole personalità, intese principalmente come sintesi di intelligenza e carattere. Con questo non si vuol far credere che l’animatore ha il compito di formare una personalità ma è indubbio che, sia pure in maniera indiretta, vi contribuisce, nel senso che anche mediante il suo intervento si può far raggiungere all’individuo, quella certa maturità che lo rende uomo e cioè consapevole dei valori di cui è sostanziata la vita. Quanto affermato sta a significare che l’animatore vede la personalità dei singoli, nel suo concreto articolarsi dell’attività teoretica e dell’attività pratica, per cui non si può svolgere attività pratica di animazione (volizione) senza attività teoretica (conoscenza).
( a cura dello staff di Animandia, tratto da Analisi generale dell’animazione Edizioni Effegi)
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