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venerdì 14 settembre 2018

cosa significa:Orientamento alla professione dell’animatore..te lo spiega animandia


L'uomo durante l'arco della sua esistenza, sperimenta una serie di differenti esperienze che risultano estremamente importanti in quanto contribuiscono a sviluppare in lui  tutte le doti, le qualità, sia intellettuali che morali, che ogni individuo possiede.
Queste varie esperienze nascono dapprima attraverso lo studio, il diverso contatto con i coetanei, successivamente si concretizzano mediante il lavoro.
L'insieme di studi, ricerche, sperimentazioni, che tendono ad accertare le attitudini di un individuo per indirizzarlo alla scelta di un tipo di attività e alla successiva preparazione personale, costituiscono il cosiddetto, orientamento professionale.
Volendo parlare di orientamento di animatori  nell’ambito dei servizi sociali e turistici diremo che, a nostro avviso, si tratta essenzialmente di far conoscere correttamente, far sviluppare ed accrescere, le attitudini, gli interessi, verso questa professione. Si tenderà quindi da un lato a stimolare lo sviluppo delle attività che costituiscono l'orientamento, dall'altro bisogna offrire la reale possibilità di acquisire abilità professionali.
Occorre a questo punto, evidenziare alcuni aspetti che delineano il profilo professionale dell'animatore. In altre parole, è utile precisare che un buon professionista dell'animazione deve possedere determinate attitudini, delle doti naturali, le quali verranno successivamente affinate e sviluppate anche attraverso l'attività didattico - formativa; esse sono:
- conoscenza delle lingue straniere
- predisposizione ai contatti interpersonali
- capacità di organizzazione
- spirito di adattamento
- tolleranza e pazienza

A - La conoscenza delle lingue straniere:
considerando che l'animazione è un fenomeno turistico e sociale e che per tali motivi, l'animatore facilmente potrebbe venire in contatto con un utenza di diversa provenienza.

B - La predisposizione ai contatti interpersonali:
è una dote essenziale visto e considerato che l'animatore è un professionista che opera in un contesto collettivo.

C - Capacità di organizzazione:
l'animatore deve saper gestire ed organizzare il proprio lavoro a seconda del ruolo e dei compiti  affidati.

D - Attitudine alla vita e alle attività di gruppo:
non bisogna cioè ragionare come singolo individuo, ma le azioni devono scaturire dal fatto che generalmente si opera in un gruppo di lavoro compatto.

E - Spirito di adattamento:
considerando che  in caso di pernottamenti, gli alloggi possono essere in comune e che la vita privata risulta essere piuttosto "difficile".

Spesso pur possedendo tutte le qualità necessarie per riuscire ottimamente negli studi, i giovani non riescono a raggiungere un rendimento sufficiente, un rendimento cioè equivalente alle loro reali capacità. In alcuni casi non si tratta solo di " cattiva volontà" ma il rendimento insufficiente può derivare da problematiche legate all'orientamento. Risulta difficile infatti, impegnarsi nello studio di materie delle quali non si riesce a comprenderne appieno l'utilità. L'orientamento professionale deve quindi riuscire a stimolare l'interesse dell'allievo, anche rinnovandosi nella metodologia didattico - formativa liberandosi in altre parole, dalle forme di insegnamento di tipo  “tradizionale" e presentando gli argomenti, le varie nozioni di studio in modo efficace; coinvolgendo in maniera diretta, materialmente, l'allievo e potenziando le sue capacità creative.

L’animatore deve possedere le attitudini citate in precedenza ed è su queste doti che si deve articolare il processo di insegnamento - apprendimento. A volte si commettono gravi errori nel giudicare le reali capacità di un individuo, confondendo l'intelligenza con le attitudini. Non è sempre detto infatti, che due aspiranti animatori, dotati di uguale intelligenza riusciranno egualmente bene nell'apprendere le tecniche teoriche e pratiche dell'animazione. Ai fini della reale riuscita saranno importanti oltre che l'impegno prestato, anche e soprattutto l'interesse e le maggiori attitudini che l'allievo animatore possiede nei confronti di questa particolare disciplina. L'orientamento professionale deve quindi accertare le reali capacità intellettive e di tipo attitudinale, indirizzando i giovani nel modo più corretto per il raggiungimento di una preparazione globale, incentivando al massimo le possibilità del singolo. Tutto questo induce i C.F.P. (Centri di Formazione Professionale) a servirsi non solo di insegnanti ma anche di esperti, aiutando in tal modo l'allievo a risolvere i problemi di natura didattica e formativa. Il raggiungimento degli obiettivi da parte degli aspiranti animatori, verrà così valutato, attraverso operazioni che rileveranno le prestazioni dei singoli, in fase di costruzione e svolgimento dell'intero percorso formativo. Al giorno d'oggi l'istruzione appare sempre più come l'elemento necessario ed indispensabile, per ampliare e migliorare le conoscenze e le competenze soggettive e collettive. L'orientamento tende quindi a consolidare ed a potenziare queste qualità individuali e tecniche, di cui una società moderna non può più assolutamente privarsi. D'altronde appare evidente che l'interesse verso la professione degli animatori è attualmente in fase di crescita. Occorre quindi un tipo di istruzione molto più estesa un livello qualitativo più alto, proprio in risposta alle necessità ed alle caratteristiche del nostro tempo di adeguarsi alle mutate condizioni di lavoro e di stile di vita. L'orientamento professionale è dunque, in stretta relazione sia alle esigenze della collettività che rispetto alle richieste dei singoli. Si tratta di un'attività fondamentale che ha il compito di assicurare la soluzione dei nuovi e pressanti problemi, determinati dal rapido sviluppo tecnologico e sociale. In un tale contesto di prospettive ed esigenze appare quanto mai necessario orientare il giovane verso l'animazione, poiché rappresenta un rinnovamento dell'educazione. Bisogna adeguarsi perfettamente ai nuovi compiti ed alle diverse funzioni che un animatore è chiamato a ricoprire. Si può perciò dire che si tratta di una reale, concreta esigenza e tutto questo in considerazione, non soltanto dell'ampliamento e dell'acquisizione delle conoscenze, ma anche dei compiti che l’animatore è chiamato ad assolvere nell'ambito del suo contesto lavorativo. La complessità, la duttilità delle funzioni, dei ruoli, dei compiti e la capacità di adattarli alle sempre nuove e diverse richieste dell'utenza, richiedono una preparazione, una piena consapevolezza didattico - formativa. L'apprendimento viene rilevato servendosi di mezzi definiti tecnicamente "non strutturati" ovvero, interrogazioni orali, esercitazioni pratiche sia singole che di gruppo e mediante mezzi  chiamati "strutturati", rappresentati da una serie di test definiti “sommativi” e “formativi”. L'orientamento avvalendosi di questi sistemi, risulterà essere molto più efficace poiché si da modo al docente di intervenire tempestivamente, mediante una ulteriore assistenza didattica, nelle materie in cui gli allievi necessitano di ulteriori approfondimenti.         

Tratto da Analisi generale dell’animazione Edizioni Effegi (op.cit)


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